La figura della death doula, detta anche doula della morte, sta diventando una risorsa sempre più preziosa nell’accompagnamento di uomini e donne nella fase terminale della vita. Anche se in Italia è un ruolo ancora poco noto e strutturato, sta iniziando a guadagnare visibilità grazie alla crescente sensibilizzazione riguardo l’importanza di un approccio più umano, empatico e spirituale alla morte. Ma chi è la death doula? Di cosa si occupa e in che modo può offrire supporto a chi si avvicina al momento della dipartita?
Chi è la Death Doula
La death doula è una figura rassicurante che accompagna chi ne ha bisogno nel processo del fine vita. Il termine doula ha origini greche e deriva dalla parola δοῦλα, che significa “servitrice”, “schiava”. Nell’antica Grecia, si riferiva infatti a una donna che prestava servizio all’interno di una famiglia con dedizione e amore, assistendo nei vari compiti domestici e di cura. Per fare un parallelismo con la tradizione italiana, in particolare quella della Sardegna, la accabadora è quella che più le si avvicina: la leggenda la descrive come una donna che andava a visitare i malati terminali per impartire la “buona morte”.
Oggi, il termine Doula viene utilizzato per descrivere una figura maschile o femminile che offre assistenza professionale ed emotiva durante i momenti di passaggio e di grande vulnerabilità, come la nascita o il fine vita. Mentre la birth doula assiste le madri durante la gravidanza e il parto, la death doula svolge un ruolo simile nel contesto della morte, aiutando i malati terminali a vivere l’ultimo tratto di vita con consapevolezza, serenità e dignità.
Di cosa si occupa la Death Doula
Il compito principale della death doula è quello di assicurare una guida emotiva, spirituale e relazionale prima, durante e dopo il decesso. Le sue mansioni non sono di natura medica o infermieristica, ma si concentrano sugli aspetti umani della morte, ovvero il benessere morale del malato e dei suoi cari. Nello specifico, in Italia questa figura professionale non sanitaria può esercitare grazie alla legge 4/2013, ovvero quella che regola le professioni non organizzate. Ma di cosa si occupa in concreto questo operatore?
- Ascolto attivo e sostegno emotivo: la death doula è innanzitutto una presenza amorevole e disponibile all’ascolto. Permette alle persone di cui si prende cura di esprimere i propri sentimenti, le paure e le riflessioni in uno spazio sicuro e senza giudizio. Ad esempio, può aiutare a scrivere lettere, registrare audio o video, ma anche a realizzare specifici desideri. Questo sostegno è cruciale per facilitare l’elaborazione delle esperienze passate, promuovere la riconciliazione con ciò che è stato e vivere con maggiore serenità gli ultimi momenti.
- Pianificazione del fine vita: uno degli aspetti più pratici del lavoro di una death doula riguarda la pianificazione della dipartita. Questo può includere l’affiancamento nella stesura di un testamento, la preparazione di direttive sulle cure mediche o la scelta del tipo di rito funebre preferito. La doula affianca dunque i malati nel definire le proprie necessità inerenti i loro ultimi giorni, assicurandosi che vengano rispettate e onorate.
- Supporto ai familiari: oltre ad assistere il malato, la death doula mette a disposizione un sostegno prezioso a chi lo circonda, favorendo la comprensione del processo in atto e preparando emotivamente alla perdita. Il lutto, spesso complesso e doloroso, viene quindi reso più naturale e meno traumatico grazie alle sue cure e ai suoi suggerimenti pratici.
- Mediazione con il personale medico: una death doula può agire anche da intermediario tra la persona morente, la famiglia e lo staff medico. Questo aiuta a garantire che i desideri del malato siano sempre al centro delle cure, evitando incomprensioni con i professionisti sanitari.
- Riti e cerimonie: tra i suoi compiti, se richiesto, vi è anche l’assistenza nell’organizzazione del rito di commiato. Questo momento può trasformarsi in una celebrazione della vita vissuta, offrendo ai parenti un’occasione intima e autentica per dire addio. Che si tratti di un rito tradizionale o di una cerimonia più intima, la doula garantisce che ogni dettaglio rifletta le volontà del defunto, creando uno spazio di raccoglimento per i presenti.
Come diventare una Death Doula: le competenze chiave
Attualmente, la professione di death doula non è regolamentata ufficialmente in Italia, ma esistono percorsi formativi che offrono una preparazione completa. Tra gli aspetti coperti da questi programmi citiamo:
- la gestione del dolore emotivo: apprendere tecniche di ascolto attivo e affiancamento psicologico è essenziale per una death doula. Il fine vita è un momento di grande sofferenza, non solo per chi sta morendo, ma anche per i familiari, e la doula deve essere preparata ad affrontare queste sfide con empatia e delicatezza.
- aspetti legali e pratici: il percorso di formazione include spesso informazioni riguardanti le disposizioni in merito, come il testamento e altre questioni legali inerenti il trapasso. Avere familiarità con questi aspetti è cruciale per aiutare a pianificare il commiato in maniera consapevole.
- spiritualità e riti: ognuno ha il proprio modo di vedere e affrontare il tragico evento e, per alcuni, la spiritualità gioca un ruolo fondamentale. La formazione per diventare death doula include spesso un approfondimento sulle diverse tradizioni religiose e spirituali, così da poter rispettare e supportare i desideri della persona in questo ambito.
- esperienza: molti corsi includono stage presso hospice o strutture di cure palliative, dove l’aspirante death doula può osservare e imparare da professionisti più esperti.
Dove trovare una Death Doula
La ricerca di una death doula può sembrare complicata, soprattutto perché in Italia questa figura non è ancora molto diffusa. Tuttavia, ci sono diverse modalità per trovare un ausilio di questo tipo.
Alcune doula lavorano come libere professioniste e possono essere contattate direttamente tramite i loro siti web. In alternativa, si possono trovare death doula attraverso associazioni che si occupano di fine vita, reti di cure palliative o hospice, dove il supporto emotivo e spirituale è spesso integrato con le attività mediche. In paesi come gli Stati Uniti o il Regno Unito, la figura della death doula è più consolidata ed esistono numerose organizzazioni che offrono corsi di formazione e certificazioni.
Perché rivolgersi a una Death Doula
In un’epoca in cui il fine vita è ancora visto come un tabù, la figura della Doula della morte propone un approccio più aperto e consapevole. Chi si appresta ad affrontare gli ultimi giorni di vita, così come i suoi cari, può trovare in questa figura una risorsa preziosa per rendere il processo meno doloroso e più sereno. Rivolgersi a una Death Doula significa dunque scegliere di vivere la fase terminale della vita affrontando le paure, superando il rifiuto e concedendosi più tempo di qualità.