Con le loro diverse colorazioni e l’intensa profumazione, le piante di crisantemi sono quelle che nell’immaginario richiamano la commemorazione dei defunti. Rappresentano infatti la scelta più comune sia per decorare le lapidi dei cimiteri che per realizzare composizioni floreali come corone o cuscinetti. Ma perché in Italia questo fiore è così strettamente associato a alla Festa dei Morti mentre nel resto del mondo indica gioia e speranza? Nel post di oggi risponderemo a questa domanda e scopriremo qualche particolare su questa pianta sorprendente e versatile. Ma prima di tutto, partiamo dal significato del suo nome.
Il nome latino Chrysanthemum deriva dal greco χρυσός (chrysòs, oro) e ἄνϑεμον (ànthemon, fiore) ovvero fiore d’oro, un chiaro rimando al colore della sua infiorescenza detta “capolino”: un giallo molto simile a quello del nobile metallo e che dona alla pianta un forte impatto estetico.
Un fiore di stagione
I crisantemi, conosciuti anche come “fiori dei morti” o “margherite a 16 petali”, iniziano a sbocciare spontaneamente verso settembre per arrivare alla loro massima fioritura verso fine ottobre, proprio in concomitanza con la ricorrenza del 2 novembre. Ecco svelato il motivo principale per cui il crisantemo è considerato il fiore dei morti: la sua stagionalità. Ma non finisce qui! Sebbene ci siano altri fiori altrettanto resistenti e adatti al periodo, come i ciclamini, il crisantemo è associato alla nota celebrazione cattolica anche per la sua particolare simbologia.
Simbologia del crisantemo in Italia
Nel linguaggio dei fiori, il crisantemo è da sempre simbolo di gioia, fedeltà, abbondanza, eternità. Dal suo arrivo in Italia, intorno al XIX secolo, questi significati hanno lasciato lentamente il posto a un immaginario più funesto, legato al lutto. Con un piccolo sforzo, possiamo però provare a mettere da parte questa associazione e rivalutare il suo simbolismo positivo.
I crisantemi vengono scelti per rendere omaggio alla memoria delle persone care che ci hanno lasciato, per mostrare loro il nostro affetto. Lasciare crisantemi sulle tombe dei defunti significa chiedere loro protezione, felicità, abbondanza. Ecco che, anche se usati in occasioni di lutto, la loro accezione è tutt’altro che negativa. A conferma del messaggio positivo e di speranza trasmesso da questa pianta, basti pensare al fatto che i suoi fiori sbocciano al termine della bella stagione!
Simbologia del crisantemo nel resto del mondo
Se in Italia e in altri paesi europei il crisantemo è associato al giorno dei defunti, nel resto del mondo è legato alla celebrazione della vita. Scopriamo di più partendo dai luoghi in cui questo fiore affonda le radici più profonde: l’oriente.
In Cina è il fiore della saggezza, della perfezione e della longevità. Secondo un racconto, il crisantemo fu scoperto da un nobile cinese in pieno autunno nel terzo secolo a.C.. Il nobile, sorpreso dalla resistenza di questa pianta alle avverse condizioni climatiche, vide in essa il simbolo della forza e, animato da questo sentimento, abbandonò i suoi sogni di potere per diventare un poeta. È inoltre uno dei “Quattro Gentiluomini”, cioè una delle quattro piante usate per indicare l’alternarsi delle stagioni: la prugna simboleggia l’inverno, l’orchidea la primavera, il bambù l’estate e il crisantemo l’autunno.
In Giappone, oltre al rinomato ciliegio, è considerato il fiore nazionale (chiamato Kiku) che ritroviamo nell’emblema araldico della famiglia imperiale nipponica: un crisantemo stilizzato composto da sedici petali di color oro al centro di uno sfondo rosso. Questo fiore, simbolo di pace, è anche il principale ornamento scelto per le nozze. Esiste infine il giorno dei crisantemi (Kiku no sekku) celebrato il 9 settembre, una delle cinque più importanti feste giapponesi.
Il crisantemo ha mantenuto il suo speciale significato anche in Occidente. Nel dettaglio:
- Negli Stati Uniti è simbolo di gioia e positività. Viene scelto in occasione di feste e riunioni familiari, oltre a essere il fiore ufficiale di Chicago dal 1961.
- In Gran Bretagna si regala per felicitarsi di una nascita ed è messaggero di allegria, ottimismo e longevità.
- In Australia viene donato per la festa della mamma.
Altre informazioni e curiosità sul crisantemo
La storia della coltivazione del crisantemo è molto antica. Il suo viaggio parte nel XV secolo a.C. dalla Cina, prosegue in Corea e giunge in Giappone nel III secolo. Per trovarlo in Europa è necessario attendere il XVII secolo, il XIX secolo in America.
I crisantemi appartengono alla famiglia delle Asteraceae e ne esistono almeno 200 specie. Ciò che li differenzia maggiormente è il momento di fioritura, la forma della corolla e i colori dei petali. Le ibridazioni avvenute nel tempo ci permettono di scegliere tra fiori a pon pon, a dalia, ad anemone, a margherita ecc. Altrettanto variegata è la scala cromatica: dal classico bianco o giallo a tonalità più singolari come il viola, il prugna o il verde acido.
Conosciuta come pianta ornamentale, il crisantemo dimostra la sua versatilità anche in altri ambiti. In cucina può essere usato per decorare insalate o minestre, essiccato si presta per la preparazione di tè e tisane. Possiede inoltre importanti proprietà terapeutiche antiossidanti, antinfiammatorie, antifebbrili, depurative, decongestionanti e antidolorifiche.
Prima di lasciarvi, ecco 5 curiosità su questo fiore. Sapevate che:
- il tè al crisantemo è una bevanda molto diffusa in alcune zona dell’Asia;
- in Cina, le foglie di crisantemo vengono consumate al vapore e bollite;
- in Corea, i fiori di crisantemo sono utilizzati per aggiungere sapore al tradizionale vino gukhwaju;
- uno studio della NASA ha dimostrato che le piante di crisantemo aiutano a purificare l’aria;
- anche il famoso pittore Monet amava dipingere questi fiori: al Museo d’Orsay di Parigi è possibile ammirarli in un suo olio su tela del 1878.
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