Come ogni anno, molte persone si apprestano a commemorare i defunti. Una ricorrenza celebrata in Italia e nel resto del mondo con cerimonie e tradizioni diverse. Ad esempio, mentre nel Bel Paese questo giorno è caratterizzato da funzioni liturgiche, preghiere di suffragio, visite ai cimiteri e offerte, in Messico è vissuto come una vera e propria festa in onore dei familiari e degli amici defunti: è il Día de los Muertos.
Se volete scoprire di più su questa ricorrenza, continuate a leggere l’articolo: conoscerete aspetti di una cultura lontana dalla nostra e avrete la possibilità di vedere la morte da un punto di vista inconsueto. Uno spunto per riflettere su questo passaggio inevitabile con meno dolore e, perché no, con un pizzico di leggerezza.
Día de los Muertos: le origini
Le origini del Día de los Muertos (Giorno dei Morti) risalgono ai rituali in onore dei defunti tipici della Mesoamerica preispanica, circa 3000 anni fa. In quell’epoca, gli Aztechi vedevano la morte come parte integrante del ciclo dell’esistenza e la celebravano dall’ultima settimana di ottobre ai primi di novembre per guidare i propri cari nel Mictlan, il regno dei morti.
Secondo la visione indigena, il Día de los Muerstos implicava il ritorno temporaneo delle anime nel mondo dei vivi. La morte, quindi, non veniva interpretata come assenza ma come una presenza, un simbolo di vita che prendeva forma grazie ai rituali e alle offerte. Con l’arrivo degli spagnoli nel XVI secolo, su questo sostrato di credenze si innestarono i riti religiosi cattolici.
Ecco che oggi il Día de los Muertos è un mix di rituali e tradizioni indigene, di religione cristiana e della cultura spagnola. Un giorno che celebra il ritorno transitorio dei defunti e che coincide con la fine della stagione di raccolta del mais (principale coltura del paese).
Una ricorrenza unica, diversa da come siamo abituati a viverla in Italia e, soprattutto, dalle tradizioni legate alla festa di Halloween.Una celebrazione talmente speciale da essere stata introdotta dall’UNESCO nell’elenco del patrimonio immateriale come “aspetto determinante della cultura messicana”.
Quando si festeggia?
Il Día de los Muertos si celebra l‘1 e 2 novembre. La celebrazione inizia il primo di novembre con il Día de los Angelitos (Giorno degli angioletti), occasione in cui tutte le anime dei bambini defunti si ricongiungono con le proprie famiglie. I festeggiamenti proseguono il giorno successivo, il vero e proprio Día de los Muertos, per onorare la vita dei defunti adulti.
In generale, i festeggiamenti partono il 25 ottobre e terminano il 2 novembre con parate, sfilate e mercati in tutte le città. In alcune zone del Messico il 28 di ottobre è dedicato a chi è mancato per morte violenta, mentre il 30 è atteso il ritorno dei limbos o limbitos, cioè le anime dei bambini non battezzati.
In questi giorni le porte dell’aldilà si aprono per consentire alle anime di tornare dai propri cari e trascorrere un po’ di tempo con loro. Le case e le città si riempiono di colori, manifestazioni e decorazioni. Ma capiamo meglio quali sono gli elementi di folclore che rendono unico questo evento.
Le tradizioni: come si festeggia in Messico?
Ofrendas – altari per le offerte
Un simbolo molto diffuso per il Día de los Muertos è l’altare per le offerte (ofrenda). Un elemento pittoresco sul quale convivono simboli delle tradizioni native e credenze cattoliche. Uno strumento per onorare i morti e aprire un varco verso il mondo dei vivi. Le persone offrono cibo, acqua, candele e altri effetti cari al defunto per invitarlo a unirsi a loro.
Gli altari vengono allestiti in casa, nelle strade o nelle piazze e possono avere diverse dimensioni. Ogni altare è unico e può avere più piani (da 2 a 7), ciascuno simbolo della divisione tra cielo e terra e dei livelli che l’anima deve attraversare per raggiungere il luogo sacro. Ogni piano viene ricoperto da una tovaglia e decorato con gli elementi di cui parleremo a breve. Infine, al centro dell’altare viene posta una foto del defunto circondata da oggetti a lui cari. Di solito dietro l’altare compare un arco, costruito con steli di mais o canna da zucchero, decorato con fiori profumati: è il simbolo della porta che collega la terra con l’aldilà.
Cempasúchil – Tagete
Il fiore più iconico del Día de los Muertos è il cempasúchil, una specie autoctona del Messico e dell’America Centrale. Questo fiore assomiglia un po’ al garofano ed è conosciuto anche come calendula arancione o tagete. La parola cempasuchil, deriva dalla lingua Nahuatl (antica lingua messicana) e significa “venti fiori” o “fiori di venti petali”.
Durante i festeggiamenti dei defunti i tageti si trovano un po’ ovunque. I petali vengono usati per formare collane o per segnare sul terreno il percorso che le anime possono fare per raggiungere gli altari in loro onore. Secondo la tradizione, infatti, i petali mantenevano il calore del sole e illuminavano il cammino.
Copal – Incenso
Un altro elemento che contraddistingue il giorno dei morti è l’incenso, in particolare l’incenso di copal, una resina profumata che viene bruciata sugli altari. È ritenuto capace di guidare il defunto nel percorso di ritorno verso i vivi, proteggere dal male e purificare l’aria nei pressi dell’altare.
Calaveras – Teschi
La quintessenza di questo giorno sono i teschi colorati realizzati con zucchero o cioccolato. Solitamente sui teschi è disegnato un sorriso o possono riportare il nome del defunto sulla fronte. Al termine dei festeggiamenti, è abitudine farli mangiare ai bambini per rafforzare la capacità di scherzare con la morte.
I teschi ricordano di non temere questo passaggio, di celebrare la vita e accettarne la sua transitorietà con un sorriso. Sono un invito a guardare al passato e al futuro restando nel presente, a credere nell’immortalità.
Calavera Catrina
A proposito di teschi, Catrina è un altro emblema del Día de los Muertos. Questa immagine satirica raffigura la famosa donna-scheletro vestita in abiti francesi creata dal vignettista Jose Guadalupe Posada verso il 1910 e originariamente conosciuta come “Calavera Garbancera”. Catrina vuole prendere in giro la vanità della borghesia europea e criticare le usanze delle ricche donne messicane che, per seguire le tendenze di moda del vecchio continente, hanno rinnegato gli usi e i costumi messicani.
Pan de muertos – Pane dei morti
Delizia tipica del Día de los Muertos: un panino morbido, dolce e decorato in modo da ricordare ossa o falangi. Le ossa simboleggiano il defunto e vengono disposte in un cerchio per rappresentare il cerchio della vita.
Alebrijes
Sculture in legno e dipinte di colori sgargianti raffiguranti creature immaginarie formate da diverse parti di animali. Gli alebrijes sono figure tipiche del folclore messicano e incarnano lo spirito-guida, il demone benevolo che accompagna la vita delle persone.
Papel picado
Questi rettangoli di carta velina colorata e ritagliata per creare diverse fantasie simboleggiano il dualismo vita/morte e richiamano il movimento del vento. È possibile trovarli sia sugli altari che per le strade o sulle facciate degli edifici.
Acqua
Un elemento tanto semplice quanto carico di valore. L’acqua viene offerta sia per saziare la sete dello spirito sia per simboleggiare i cenotes, i famosi pozzi naturali nati dal crollo della roccia calcarea. Per i Maya e gli Aztechi infatti questi pozzi sacri rappresentavano la porta per il mondo dei defunti.
Ofrendas, calaveras, cempasúchil o papel picado. Qualsiasi sia il rituale eseguito o il simbolo scelto per celebrare questo giorno, l’importante è che tutto venga curato nei minimi dettagli per accogliere al meglio i defunti e attirare prosperità.
Ora che sappiamo cosa possiamo trovare sugli altari delle offerte e per le strade delle città, resta da capire cosa avviene nei cimiteri.
Il dia de los muertos nei cimiteri
Come nelle case e per le strade anche nei cimiteri troviamo un’esplosione di colori e di vita. Nei giorni che precedono la festa, le famiglie trascorrono molto tempo nei cimiteri per pulire le tombe e decorarle con tageti, candele o foto. Per far capire alle anime che sono le benvenute, lasciano cibo, bevande o oggetti cari al defunto in prossimità delle tombe e, non di rado, cenano e trascorrono la notte nel cimitero.
In generale, niente rimanda a un’idea di dolore, lutto o tristezza. Al contrario, a volte è possibile trovare gruppi di mariachi che si esibiscono come se fosse un vero e proprio momento di festa.
Conclusione
Per quanto il Día de los Muertos possa apparire lontano dalle nostre celebrazioni, più intime e meno folcloristiche, il messaggio che compare tra le righe non è poi così diverso dal nostro: la morte fa parte dell’esistenza, ha lo stesso diritto di essere celebrata con la speranza di poterci ricongiungere con i nostri cari.